Intervista ai Double Dash

7 09 2009

Questa intervista è stata fatta direttamente da noi, giornalisti di Cossanoinmusica, con il diritto degli artisti di renderla pubblica.

Come vengono le ispirazioni per i vostri pezzi?

Domanda difficilissima, il più delle volte l’idea di base non c’è, o meglio, c’è l’idea del tipo di sound che si vuole ottenere, ma un concetto di base preciso non c’è mai, anche perchè partire subito con un’idea
il più delle volte va a finire nel cestino le cose migliori arrivano sempre quando meno te lo aspetti.

Quindi di solito improvvisate?

Sì sì, la maggior parte delle volte è improvvisazione, se la si vuole chiamare così. Diciamo che, se la groove di base va da sè con pochissime cose, la portiamo avanti, altrimenti si ricomincia da capo.

Come fate a farvi conoscere ed apprezzare?

ancora non siamo conosciuti, però si può dire che una grossa mano ce l’ha fornita Myspace: la possibilità che dà di promuoversi in maniera totalmente gratuita e autogestita, è una cosa che per noi ha significato molto; poi passo passo, conoscendo questo, conoscendo quest’altro, sono cominciati ad arrivare i primi feedback di stima e apprezzamento da parte della gente.

Vi ispirate a qualcuno in particolare per i vostri pezzi?

si, come credo un po’ tutti, anche se cerchiamo quasi sempre di evitare che il pezzo diventi un “è simile a…”, anche se, dati i tempi che corrono, la cosa è difficile, dato il fatto che ora come ora capita sempre più di ascoltare e suonare dischi uguali tra di loro.

Quindi diventa sempre più difficile “spaccare”, giusto?

Sì, ora come ora direi proprio di sì.

Voi con che musica siete cresciuti?

La nostra storia musicale è abbastanza strana: quando eravamo piccoli, 5 e 7 anni, il nostro babbo ci portava a fare le classiche gite della domenica a San Marino, dove faceva incetta di cassette con le registrazioni non ufficiali di loclai come l’Ecu, Cocoricò, la Baia. Così, abbiamo cominciato ad apprezzare quello che molti considerano solo rumore e caos, e crescendo ha cominciato a crescere l’esigenza di rispondere alla domanda: il cantante canta con la voce, il chitarrista suona la chitarra, il batterista la batteria; ma il dj che fa??? E così, piano piano, abbiamo cominciato a farci la nostra cultura pezzo per pezzo: prima cominciando con gli artisti nostrani, poi, passo dopo passo, abbiamo allargato gli orizzonti, cominciando ad apprezzare la house d’oltre oceano, specilamente quella “made in Washington”, in particolare la musica della yoshitoshi prodotta nel periodo 98-2001.

Quindi voi avete apprezzato fin da subito il vostro attuale genere musicale, no?

In parte sì, ed in parte no. Dipende cosa si intende con il termine “attuale”: se s’intende il clubbing ti do ragione; ma se ti riferisci a quello che è attualmente lo standard mondiale, allora no: diciamo che il passaggio alle nuove sonorità che l’ondata tedesca ha portato negli ultimi 4-5 anni, per noi è stato un boccone amaro da buttare giù, in quanto non apprezzavamo (e per certe cose, non apprezziamo tutt’ora) certi tipo di sonorità.

Mi hai sorpreso, perchè mi aspettavo la solita risposta: siamo cresciuti con gli 883, Ligabue, Jovanotti eccetera, ed invece no!

No no: mentre i nostri amici ascoltavano la solita musica commerciale, noi ci rintanavamo nel nostro mondo, con il caro vecchio walk man della Sony, le cuffiettine da 10mila lire e bombarde a palla. Sia chiaro, non disprezzavamo quello che ascoltavano gli altri, anche perchè abbiamo sempre ascoltato un po’ tutto, o almeno quello a cui valeva la pena dare attenzione. Anche se i generi dominanti erano ben altri.

E gli altri apprezzavano i vostri generi musicali?

Direi di no. Fino ad ora, chiunque abbia conosciuto in tutta la mia vita, almeno una volta (se non più) ha posto la seguente domanda: Ma come fate??? E’ solo Tunz Tunz Tunz e basta!

Qual è la discoteca o il locale in cui suonate e “spaccate” maggiormente?

Attualmente non c’è; nel corso dell’ultimo anno siamo stati residenti a cadenza mensile al Klang d’Arezzo, locale che ci ha permesso d’imparare tanto, confrontarci con artisti del panorama internazionale come Ion Ludwig, Tom Ellis, Ilario Alicante e UES; adesso siamo freelance 100%, però, ancora non c’è IL locale che spunta fra gli altri…poi dipende anche dall’andazzo della serata, dalla gente, eccetera. E’ difficile sceglierne uno.

Ringrazio in maniera particolare i fratelli Graziotti (Gabriele e Lorenzo), che mi hanno concesso l’intervista.


Alessio Spetale


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2 responses

7 09 2009
ow3hqvq

wow tasso……….

7 09 2009
save TENAX

Bella intervisa!
Si sono toccati alcuni dei punti fondamentali del clubbing attuale.
Compimenti a lele e lore per le loro produzioni

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